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mercoledì 5 gennaio 2011

Nel sogno sei autore e non sai come finirà

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Vorrei rubare i sogni a te felici e metterteli dentro la testa 

La ragazza che non sapeva sognare guarda il corpo steso accanto al proprio con un un sorriso di sospetto e curiosità. I respiri sono armonici mentre allunga lentamente un braccio a sciogliersi dall’intreccio d’amore, sollevando piano il busto avvicina il viso a quello di lui. Tanto vicini quanto distanti, lo scruta con l’insistenza del dubbio e del desiderio, con l’intensità che quasi lo potrebbe svegliare e riportare a sè. Le palpebre appena appoggiate tra loro a proteggere il sogno, piccoli palpiti, una leggera improvvisa contrazione del labbro. Si scosta, spaventata dall’idea di aver turbato il compiersi del miracolo. Ma lui dorme ancora, e dietro le ciglia incurvate contro se stesse scorrono immagini ignote, ricreate nella lontananza dall’inventario del possibile. Una mano che si sposta, a cercare ancora inesausta la pelle chiara, ma la ragazza che non sapeva sognare si scosta, stizzita. Da quel segreto mai infranto e mai compreso, da quel luogo falsato in cui lui è fuggito, e sottrae il fianco all’affettuoso affondo, lei tutta di carne non fatta per carezze spinte dal desiderio acceso di ricordo. E con un sibilo di rabbia succhia l’aria dalla bocca di lui, e con gli occhi bagnati implora a mente "insegnami a sognare" e lui nel suo sonno popolato di vite altre e continue parole si strappa dall’abisso, all’urlo represso di lei. E spalanca gli occhi, e lei cade in quel verde che nella notte è tanto più prezioso, e lui la stringe perché non si faccia male, e mescolando le lacrime con il verde, la ragazza inventa un sogno. Inventa un sogno bellissimo, ci entra e non torna più.

sabato 27 novembre 2010

Vincere è un attimo, giocare una vita

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:

Cambiano i giocatori ma la partita è sempre la stessa

Ha ancora lo sguardo da bambino egoista e capriccioso, 
gli piace giocare sa quello che vuole e lo vuole subito.
Vuole vincere sudando il meno possibile. 
Prepara la borsa da calcio ed esce.
Lo aspetta la sua partita.

A lei invece non piace il calcio, ma le piace giocare e altrettanto vincere. 
Egoista capricciosa e ancora un po’ bambina proprio come lui.
Vuole vincere meritandolo il più possibile. 
Prepara la sua borsa ed esce. 
La aspetta la sua partita.

Lui gioca cade e si rialza, non ha paura di sporcarsi e neanche dei contrasti.
Fallo…rigore…traversa cazzo! Di nuovo. 
E continua la partita tra un fuorigioco e un arbitro davvero cornuto come dicono.

Lei intanto vive cade e si rialza, non ha paura di ferirsi e neanche degli incontri.
Una telefonata…un colloquio e…niente! Di nuovo. 
E continua la sua partita prendendo a testate la realtà con i desideri.

Entrambi continuano questo parallelo provare senza cedere mai alla bellezza dei vinti. 
Un giorno capiranno come funziona il gioco. Le regole le conoscono già, anche se non servono regole per essere dei fuoriclasse.
Avranno anche loro la dose di fortuna necessaria che ripagherà tutto quel sudare e il continuo ostinato provare.
Legati nel destino da una doppia elica troppo testarda che non li lascerà mai mollare i rispettivi sogni.