martedì 5 aprile 2011

Brava Giovanna, brava.

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Giovanna è tornata.


Uno degli spot che ha fatto più epoca è stato quello della suadente Giovanna cameriera con l'hobby del bricolage. Sotto gli occhi di una padrona di casa  sempre attenta e collaborativa e di un padrone di casa ancora più attento si dilettava in un'atmosfera strabordante di doppi sensi a dipingere qua e là. Un giorno anche l'uccelliera, mobilio immancabile in tutte le nostre abitazioni. Eh? Oggi Giovanna è tornata a pubblicizzare fernovus prodotto adatto anche sulla ruggine. Per quanto sia tutto irrimediabilmente lontano dall'esser contemporaneo c'è uno scatto femminista in Giovanna. Dopo che il padrone chiede se sia tornata la povera Giovanna, la moglie vestita a metà tra Rita Levi Montalcini e Maria Montessori con filo di perle a 10 giri, sorseggiando del thé introduce la ragazza che vernicia l'inferriata con altri muratori fighi che non solo l'aiutano ma la incoraggiano ed elogiano al grido di "brava Giovanna... braaava". Così lei  tutta felice comincia a celebrare di aver fatto diventare verde un ricciolo della ringhiera contenta come solo una che ha combattuto il dramma del sudore ascellare potrebbe fare.  Così alza le braccia al cielo e celebra il successo nella tenuta perfetta per chi fa piccoli lavoretti di casa: hot pants canottiera bianca e timberland. Una cosa magnifica insomma l'emblema dei tempi che cambiano, una paracula di prima categoria. Lei è tornata dopo aver fatto altro (dalla piega si presume sia andata come minimo dal parrucchiere) ha dipinto un ricciolo mentre gli altri lavoravano e poi si è presa il merito facendosi pure festeggiare. C'è chi chiamerebbe tutto questo emancipazione femminile, insomma "brava Giovanna, brava."







venerdì 1 aprile 2011

Chi ti droga, ti spegne

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Se la conosci la eviti.


Dopo "non farti, fatti la tua vita"  esce una nuova campagna di sensibilizzazione contro la droga con giochino di parole annesso "Ballo ma non mi sballo". Questa volta non hanno scomodato effetti speciali e cantanti famosi, ma l'idea è tutta in una festa fighetta dove si bevono succhi di frutta, si pagano smarties 50 euro e sopra i vassoi d'argento si striscia la panna spray... un'atmosfera credibilissima insomma. Se non altro rispetto alla prima non viene voglia di cercare un pusher. Aspettiamo con ansia il prossimo spot dal titolo "non farti, fatti qualcun altro".





mercoledì 23 marzo 2011

Kamasutra metropolitano

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Famolo strano

Non vi anticipo nulla di più per non rovinarvi la sorpresa ma consiglio di vederlo fino alla fine. Questo spot realizzato dall'agenzia guerrilamarketing è alternativo, fuori dagli schemi ed irriverente, caldamente sconsigliato ad un pubblico pudico e bacchettone. Originale nella sua coraggiosa sfrontatezza lascierebbe anche alla famosa Jessica, compagna di Ivano del film "Viaggi di nozze", un solo interrogativo: ma che davero?

martedì 22 marzo 2011

Enjoy the ride

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Contro il logorio della vita moderna


venerdì 18 marzo 2011

Hello retorica

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Goodbye malinconia



giovedì 17 marzo 2011

Adidas is all in

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Katy Perry, Beckham, Messi e B.O.B all in Adidas


Adidas si appresta a lanciare una massiccia campagna pubblicitaria a livello mondiale creata dall' agenzia di Montreal Sid LeeLa campagna esprime l'amore per il “gioco”, inteso come un'attività trasversale al mondo dello sport, della strada o della moda. Tutti sono uniti dal rispetto reciproco per la passione che infondono nella propria arte.
Gli ambasciatori del brand sono numerosi e legati alla sfera sportiva, musicale e del lifestyle: dalle stelle del calcio Lionel Messi David Beckham Derrick Rose, star dell'NBA; dall'icona pop Katy Perry al produttore e rapper B.O.B.; dal grande skater Dennis Busenitz alla mitica band delle The Like a molti altri ancora. Immortalati negli ambienti che li vedono protagonisti nella realtà mostrano che quando si ama ciò che si fa ci si impegna al massimo. Curiosità inutile da disbanded delle 23.31: adidas si chiama così perché fu fondata nel 1948 da Adolf "Adi" Dassler, fratello di Rudolf Dassler fondatore della Puma, che la battezzò con il suo soprannome e una parte del cognome (Adi Dassler). 

martedì 8 marzo 2011

Donne du-du-du

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Auguri



lunedì 28 febbraio 2011

Le emozioni non cambiano. Il modo di comunicarle sì.

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Certe cose non cambiano


Nuovo spot istituzionale per TIM con la cover più triste del secolo dei Beatles, Ryan Miller uccide "Hello Goodbye" che quasi si rimpiangono i 3 che con il camper che cercavano la solista per il loro gruppo. Regista da Oscar Sam Mendes e una troupe artistica di primissimo livello ed internazionale per una storia ideata dall’agenzia SaffirioTortelliVigoriti. Una storia che racconta nel tempo l'evoluzione della comunicazione. Ma il claim non vi ricorda qualcosa??? A me proprio sì arrivate al 2.50'...

domenica 27 febbraio 2011

Ogni maledetta domenica

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 Senza parole



martedì 22 febbraio 2011

È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio

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Molte persone credono di riflettere mentre stanno solo riordinando i loro pregiudizi.

Provate a guardare questo spot senza pregiudizi. Se ci riuscite scrivete come avete fatto e diffondete subito il verbo. La gente (termine usato come dispregiativo collettivo di persone) è sempre piena di pregiudizi. Ed è un vero peccato ma anche una grande risorsa perché la mente umana lavora al risparmio e aggrapparci ad una convinzione pregressa ci facilita le cose. Siamo biologicamente progettati per avere dei pregiudizi. Il motivo è l'istinto di sopravvivenza lotta o fuggi davanti ad un probabile predatore  se siamo in pericolo non può richiedere una riflessione accurata. Essere preda o cacciatore adesso che ci siamo evoluti è molto relativo e può richiedere molto tempo per essere stabilito. L'unica cosa uguale è che se sei preda non occorre che tu conosca le regole del gioco. La vita un tempo era in ballo in una questione di decimi di secondo, adesso non lo è più ma ci è rimasto il suddividere in categorie le cose, etichettarle per rendere le cose più semplici. Così qualcosa che si è sviluppato come qualcosa per aiutarci a sopravvivere con il tempo è diventato qualcosa con cui si vive peggio. Questo è uno spot significante al riguardo di un'agenzia brasiliana (eh già non hanno solo sederi e calciatori)... mi è piaciuto perché le immagini scorrono uguali parallelamente e solo le parole cambiano, quante storie può essere la stessa storia con parole diverse o vista da occhi diversi?

lunedì 21 febbraio 2011

E' il futuro

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E' il futuro?


Nuovo spot con testimonial George Clooney per Fastweb questa volta Fibra100. Dopo aver prestato il volto al caffè nespresso il caro George è passato alla telefonia. Il primo spot era poco convincente lui scendeva dall'aereo e veniva accolto in aereoporto da persone che lo prendevano come un possibile sosia del famoso attore hollywoodiano. Lasciamogliela passare era una sorta di presentazione del testimonial. Ma il secondo spot? Lo spot di seguito ha uno story pregnante. George è in un tombino nei pressi del Colosseo una signora gli chiede che ci faccia nel tombino e lui tutto esaltato le risponde: "è il futuro" segue gag comica con la signora portata via dal vigile urbano che non crede alla storia del tombino. Che significa che questo poveraccio è passato dal sorseggiare caffeina in paradiso ad andare per tombini? Uno si immagina un futuro fatto di macchine volanti al massimo non sottoterra, a meno che per futuro non si intenda la strategia politica del nuovo millennio ovvero cercare di far passare per pazza una donna che dice la verità. Comunque conosco persone verso cui nutro una profonda stima che hanno riso guardandolo. Il che mi ha fatto perdere un po' di stima nelle persone ma io continuo a pensare che sia una trovata come per Julia Roberts nello spot Lavazza. Ho un problema da quando voglio fare questo lavoro quando vedo uno spot mi immagino sempre la riunione, il creativo, il cliente che ne parlano e si esaltano mentre decidono "Allora abbiamo avuto questa visione, un'idea mettiamo Clooney nel tombino esce e dice "è il futuro" e tutti fanno ooooooh che bello questa è davvero fantastica un po' come nello spot di Miss Evelyn.

venerdì 18 febbraio 2011

Se lo scrivi dura

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La storia di Poldina e Giovannino  (è bbbellissima)

In rete aveva avuto grande successo in rete con una viralità 2.300.000 ben visualizzazioni la lettera romantica di  Giovannino firmata da 3 giovani I ragazzi di Cric Davide Mardegan, 26 anni, regista, Clemente De muro 26 anni, copy, Niccolò Dal Corso, 28 anni producer...

poi è così piaciuta che è diventata lo spot Poste Italiane. Ci ha messo un po' eh è da dirlo... ma alla fine è arrivata la risposta di Poldina (ma perché Poldina povera bimba questo nome?). Un po' meno romantica di lui gli risponde che tra i vari ragazzi che conosce le piace quello che le ruba la mela della merenda. Bah. Se scrive che ha dei gusti del cavolo dura. E prima o poi arriva anche la lettera. Più poi che prima. 


Allora a lei piace il bimbo con i capelli gialli io - da uno che mi piace tanto - voglio che mi voglia. Continuamente, disperatamente, senza fiato. Che mi pensi, che mi respiri, che mi mangi anche quando morde una mela. Che trovi il desiderio di me in qualunque cosa faccia, che si fermi, bloccato su un ricordo di noi insieme. Che non veda l’ora di rivedermi. Che mi scriva, mi chiami, mi mandi e-mail, anche tutto insieme, contemporaneamente, perché no? Che mi regali dei libri perché io li legga (un po’ sperando che io li legga davvero e un po’ temendo che poi non li ami come li ha amati lui). Che trovi delle scuse per chiamarmi solo per sentire la mia voce. Che trovi delle scuse per non chiamarmi per dimostrare che può benissimo fare a meno di me, salvo poi rispondermi con un “pronto” che è una resa, quando alla fine lo chiamo io. Voglio che mi racconti tutto di sè (perché non mi basta mai sentirlo parlare) e voglio che resti zitto a guardarmi negli occhi senza aver più nient’altro da dire. Tutto questo, se mi piace davvero tanto. Sennò, mi rompo le palle al secondo sms in tre giorni. Però hanno ragione loro vuoi mettere la bellezza di una lettera scritta a mano contro un sms scritto con il t9? Anche quello però cara Lentiggini se lo scrivi dura.

mercoledì 16 febbraio 2011

Non c'è più Vasco di una volta (Eh...già)

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Oh yeas



Quando si parla del “Blasco”, gli appassionati e i fan si scatenano, dividendosi tra denigratori inferociti con il loro beniamino e lodi entusiastiche per le nuove opere del cantautore emiliano. Il nuovo singolo di Vasco Rossi, Eh Già, ha decisamente lasciato interdetti molti dei suoi fan, letteralmente scatenati sulla rete, principalmente su Youtube, dove è stato pubblicato il video del suo nuovo lavoro. Il video, prima oscurato su Youtube poi riabilitato, ha scatenato l’ira dei fan, evidenziata nei numerosissimi commenti presenti: c’è chi dice che Vasco Rossi si sia praticamente “venduto”, ripercorrendo le gesta di artisti come Gigi D’Alessio (inarrivabile) , mentre altri parlano semplicemente di testo incomprensibile o, addirittura, di musica pietosa. Nonostante tutta questa polemica il brano è in vetta alla classifica itunes ed i mi piace della sua pagina su facebook non fanno che aumentare, nonostante tutto ma soprattutto nonostante il video. Sfondo verde che a tratti lascia intravedere in parco, maglia a righe che notizia del secolo non aiuta la figura felpone e mani in tasca, i capelli come un triste ricordo e l'effetto finale da video fatto in casa con il cellulare da un parente in un pomeriggio noioso, a metà tra il non ci volevo spendere più di 4 euro e il "io sono una rockstar ma una persona semplice". Ma la trovata pazzesca per provocare reazioni è: la mossa di pettinarsi con il gesto del vaffanculo le sopracciglia ben 8 volte nel video. Ecco al di là del fatto che nel testo per 30 secondi si parla di su giù su giù su giù che neanche Mago Merlino ma Vasco che rockstar sei? Perché questa trovata triste? E alla fine mentre lui canta che è ancora qua viene solo da pensare che forse sarebbe meglio non ci fosse più. Le rockstars dovrebbero morire giovani o almeno avere il coraggio di ritirarsi a godere dei soldi di una bella carriera fatta di belle canzoni. C' è un tempo per ritirarsi in tutte le carriere come per calciatori modelle e politici, ah no quelli no scusate. Dai Vasco non mandarmi a quel paese tanto meno facendo il vago, lo sai anche tu che ridere di te era proprio un'altra storia rispetto a questa cosa qui. Oh yeas.

lunedì 14 febbraio 2011

domenica 13 febbraio 2011

Non aver paura della perfezione. Non la raggiungerai mai.

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:

San Valentino è tutti i giorni. Ma anche no.


martedì 8 febbraio 2011

Chi ama, baci

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Se mi ami, taci

Spot San Valentino 2011 baci perugina completamente diverso dalla linea dei classici
spot melensi per fotografia, musica e testo firmato Armando Testa. L'ho incrociato in tv 
e dopo aver sentito le parole ero piena di un senso di ammirazione verso il copy autore 
del testo. 



I ragazzi che si amano si baciano in piedi
contro le porte della notte
e i passanti che passano li segnano a dito
ma i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
essi sono altrove molto più lontano della notte
molto più in alto del giorno
nell'abbagliante splendore del loro primo amore.

Pensavo a questa cosa e mi convincevo che sì è proprio il lavoro che voglio fare. 
Inutile dirvi il senso di frustrazione quando ho scoperto che il testo è di Jacques Prévert. Ho scoperto davvero un grande copy... sgrunt. In effetti le porte della notte mi sembravano già sentite. Ma possibile che non lo scrivano da nessun lato che è di Prévert? Almeno uno si mette l'anima in pace e fa l'aspirante poetessa. Bella anche la musica sembra il primo accordo di Forever Young degli Youth Group riarrangiato ma chissà... Comunque sarebbe bello se scrivessero negli spot il nome del posto, il nome della canzone o la citazione. Diventerebbero uno strumento educativo. Ok, la smetto sono cose che interessano solo me al mondo. Forse.

lunedì 7 febbraio 2011

La volontà permette di raggiungere ogni obiettivo, il fallimento non è contemplato.

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Non è più il 1984

Bello lo spot per il Motorola Xoom mandato durante il Super Bowl con riferimento diretto ad uno spot Apple del 1984. Non è più il 1984 ma insomma poco è cambiato siamo tutti automi con gli auricolari bianchi sudditi di Jobs. Non ho mai visto il Super Bowl e non conosco le regole del football, ieri ero curiosa ma ho visto Inter-Roma ma certo è che gli spot che passano dentro al Super sono davvero uno meglio dell'altro. Dimostrazione che a fronte di un pubblico vasto, quindi di una reale possibilità di fare la differenza, c'è maggiore sforzo. Anche lo spot Chrysler con testimonial d'eccezione Eminem è un po' retorico ma cazzuto. Ora divamperà la polemica sui 9 milioni di dollari che ha speso Marchionne per il passaggio di uno spot di 2 minuti, ma cavolo viene voglia di comprare solo cose fatte a Detroit. Farlo simile per la Fiat a Torino magari con i Subsonica non avrebbe dato proprio lo stesso effetto. Specialmente per la frase "il fallimento non è contemplato" a quel punto meglio il motto "crederci sempre arrendersi mai" della Ventura.


Ho visto cose che voi umani...

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L'essenziale è invisibile agli occhi

Quando si fa un colloquio di solito chi vuole essere assunto è nella versione automa perfetto 2.0 per fare una buona impressione e chi cerca è nella versione Freud per capire la personalità di chi ha davanti. Obiettivo molto ambizioso visto il tempo e le domande classiche. A meno che uno nella vita abbia fatta qualcosa di pazzesco come il monaco tibetano per cercare se stesso o il becchino, noi giovani che ci affacciano in agenzia dobbiamo apparire in quella manciata di minuti tutti molto simili. Secondo me alla fine ci si limita a capire che non siamo proprio fuori di testa e poi si incrociano le dita sulla scia di una buona sensazione a pelle. Al primo colloquio della mia vita mi dissero che potevo andare bene per un secondo colloquio per via delle risposte un po' assurde. Ho ripensato ad ogni parola che ho detto e ancora oggi non capisco cosa ci fosse di tanto assurdo. Dopo lunghe riflessioni senza arrivare a capire nulla sono giunta alla conclusione di essere assurda fino in fondo, genuinamente assurda. Ovviamente poi finì lì con quel colloquio. Non erano evidentemente pronti.

Una dote sottovalutata nella ricerca di un collaboratore è invece la discrezione. Dote utilissima in ufficio covo di serpi ops pettegolezzi e gossip, io ad esempio ho nel cv di saper mantenere i segreti a meraviglia per dire sono mesi che sono Donna Draper.



Questa serie di spot di Try Oslo per l'associazione norvegese per i ciechi trova un modo molto carino e diretto secondo me per promuovere l'assunzione dei non vedenti. Specialmente il secondo che associa l'energia elettrica alla questione e non si nasconde dietro ai pietismi dei diversamente vedenti o diversamente qualsiasi cosa che sia una malattia. Ecco io sono riservata ci vedo bene ma so anche stare zitta. Cavolo però ora che ci penso sembra proprio mafiosa questa affermazione o magari è solo assurda. Diversamente assurda.

domenica 6 febbraio 2011

Dietro ogni ricerca c'è una storia

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Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi google ti risponde.

Sorvolando sui motivi che spingono una persona a cercare le risposte del comportamento altrui direttamente su google, diciamo solo che dopo aver quasi pensato ad una diagnosi di schizofrenia ho deciso di dargli la possibilità che internet potesse rivelarmi un disegno coerente al suo agire. E così non è stato ma in parte ha funzionato perché quando mi sono vista apparire le opzioni alla chiave di ricerca "lui fa..." non ho compreso comunque nulla ma ho capito che sicuramente la situazione non è poi tanto male come poteva sembrarmi prima. Insomma tutto è relativo, google è sempre un carissimo amico e io continuo strenuamente a non capirci nulla. Che triste squarcio sull'agire maschile però.


venerdì 4 febbraio 2011

Sognando california/uramaki

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Il sushi dallo al gatto


giovedì 3 febbraio 2011

Se non sei Oliviero Toscani lascia perdere

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Niente cuoricini preferisco che la glicemia si alzi per via della cioccolata

Se è odioso San Valentino lo è anche di più la pubblicità per promuovere l'inutile festa. A tal proposito ecco una nuova campagna provocatoria per San Valentino. L'idea è l'uso di una testimonial volgare immortalata in un gesto volgare che è comunque nulla in confronto alle volgarità delle cronache. Un gesto che "dà voce alle donne che si ribellano allo stereotipo dell’uomo disattento e superficiale, che ricorda di avere una donna al proprio fianco solo il giorno di San Valentino". Ehhhh? 

San Valentino è una festa del cavolo, dopo quello che è successo a Berlusconi che proprio per un po' di solitudine dovuta alla ricorrenza spiacevole ai single è finito a (forse) pagare Ruby dovrebbe essere ormai chiaro a tutti...
Adesso fanno le campagne che dicono basta per rivendicare il ruolo della donna nella società e dopo aver salvato i bambini a colpi di immagini del profilo a cartoni ora ci proviamo con le donne del passato e rivendichiamo che "no, non siamo tutte mignotte". Ma dai? Peccato che poi tutte con molta originalità mettano Rita Levi Montalcini. Non siamo mignotte siamo solo molto banali. Peccato anche che forse quello che sfugge è che si dovrebbero indignare proprio tutti e anzi forse per primi proprio gli uomini prima che la povera Ruby con 5 milioni a 18 anni (più il nuovo spot di Marra a 100.000 euro) diventi un simbolo positivo e tra qualche anno finisca come immagine profilo contro l'indigenza giovanile.

Comunque il senso della campagna se non l'aveste capito è (secondo loro): "Il messaggio di grande impatto è che l'amore non è una ricorrenza ma è per sempre", quelli di S'Agapò hanno scritto Amore con la A maiuscola ma io mi rifiuto almeno quanto la nuova moda di scrivere "punto". Io tutti questi messaggi sinceramente non ce li vedo in questa campagna vedo al massimo una ex gieffina che alza il dito medio sotto una scritta S'agapò che tradotta significa ti amo con scritto sotto "a chi non ci ama buon San Valentino" che se proprio la volevano fare provocatoria avrebbero potuto scrivere "A chi non ci ama per San Valentino...Buon viaggio".

martedì 1 febbraio 2011

Don't touch my car

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Scherzi a parte


Europcar ha deciso con la complicità di Ogilvy & Mather in Francia di promuovere così il proprio servizio di car rent. Uno scherzetto innocente ai danni di alcuni automobilisti che, usciti dal negozio, si sono ritrovati al posto della macchina un cumulo di latta, con la propria targa in evidenza. Disperazione aumentata anche dalla conferma che la distruzione dell’auto è avvenuta per opera delle autorità, causa l’attuazione di  un piano regolatore che prevede la diminuzione delle macchine in circolazione.
Io penso che sarei semplicemente morta e non sarei arrivata viva a comprendere lo scherzo. Sarò una persona orrenda legata ai beni terreni ma per un graffio allo specchietto sono in grado di andare fuori di testa, figuriamoci a trovarla ridotta una lamiera accartocciata. Il video Crush Hour ha fatto 2,5 milioni di visualizzazioni su youtube ma cosa dire delle povere coronarie delle vittime dello scherzo? Che poi il concetto è che se può succedere di tutto alla macchina tanto vale affittarla e non averne una? Che idea disbanded.

lunedì 31 gennaio 2011

Vivere senza confini

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I'm walking down the line that divides me somewhere in my mind 

Faccio sempre quella che se ne frega delle etichette invece sono una persona complicata a cui piacciono le cose semplici. Ci sono situazioni invece in cui il confine è labile e io gioco sempre sul filo del fuorigioco tra fughe e ritorni violenti. Bisognerebbe tracciarli a tavolino i confini, come quelli dell'Africa tutti un po' squadrati. Sarebbe tutto più semplice ma probabilmente mi annoierei e lamenterei lo stesso. 

A proposito di confini da non superare ma a "sproposito" con ciò che ho scritto prima, questo è un bello spot contro gli abusi si chiama The Havens 'Where Is Your Line?'. Il video racconta di una serata tra amici e c'è sopra la linea di youtube una linea in cui dovete cliccare quando secondo voi comincia ad essere spiacevole l'approccio del ragazzo. Vi rimanderà a seconda del punto in cui cliccate a pagine diverse con percentuali interessanti. A me sembra un' idea brillante. Un po' troppo crudo ma diretto quanto serve.

domenica 30 gennaio 2011

Amo l'amore e odio gli innamorati

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L' amore è un gioco ad incastro, trova il tuo pezzo giusto.


Bello spot brasiliano per un'agenzia d' incontri, in Italia invece meetic comunica ancora cosìcon il suo claim "Ogni settimana più di 300 storie d'amore. E  la tua quando inizia" quindi sono 300x52=15600 storie d'amore l'anno. Ecco se uno fosse un minimo sfiduciato da pensare di iscriversi figuriamoci dopo il rapido calcolo. Truly madly deeply disbanded.

sabato 29 gennaio 2011

L'Antologia di Tgcom

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Al peggio non c'è mai fine

Nella settimana in cui è stata trafugata la bara di Mike Bongiorno scopro su Tgcom una sorprendente quanto disbanded rubrica: "il lungo addio". La possibilità di scrivere necrologi online come gentile omaggio per i nostri cari defunti. Insomma la democratizzazione dei coccodrilli. Non sia mai uno avesse il rimpianto di non essere stato abbastanza famoso da meritarne uno (eh?).  Questa è l'ulteriore prova che non si possa stare tranquilli neanche dopo morti. A parte per il povero Baudo che starà passando ore d'inferno nell'indecisione su cosa temere di più.
Non aggiungo altro mi limito a condividere come introducono il servizio necrologio che in confronto le suonerie dada mobile sono una cosa bella e di buongusto:

Il saluto a chi passa a miglior vita

Per i pellerossa (e per Fabrizio De Andrè, che ne ha fatto una canzone) i "verdi pascoli del cielo" sono il luogo dove, dopo una vita di sofferenza, si può trovare finalmente la gioia. Sono, insomma, quel paradiso in cui tutti sperano: ricchi e poveri, belli e brutti, una volta passati a miglior vita non c'è più differenza. La morte, per dirla con Totò, è "A' livella", perché rende tutti uguali. Anche Tgcom, dunque, vuole omaggiare tutti i defunti: non solo quelli che in vita sono stati "importanti", ma anche quelli meno conosciuti, o forse totalmente sconosciuti.
Volete segnalare la scomparsa di un vostro caro avvenuta negli ultimi giorni? Mandateci una foto e un breve testo commemorativo qui.

venerdì 28 gennaio 2011

Happiness when you're eight

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Una volta avevo un biscotto al burro ed uno al cioccolato: li amavo entrambi.

martedì 18 gennaio 2011

Breakism

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Non eravamo come gli altri e si capiva dagli occhi: alle mostre la gente scrutava le opere, noi scrutavamo la gente (che scrutava le opere)



Avete presente quella sensazione di profonda ignoranza nei musei d'arte moderna? Quando guardi un quadro e poi vai alla ricerca del senso come se fosse un rebus per solutori esperti? Solitamente poi si cerca di aiutarsi leggendo il titolo (nella vana speranza che dia qualche indizio) e come minimo ci troviamo di fronte ad un sibillino "senza titolo 6". Ecco penso che l'insight e l'idea smart di questo ambient sia proprio che alle mostre d'arte moderna non ci capiamo mai un bel nulla. Così Kit Kat fa del suo claim “Have a Break” un titolo originale ad un quadro fake alla mostra “Abstract USA” che si sta svolgendo a partire dal settembre 2010 fino a Febbraio 2011 all’interno del Rijksmuseum Twenthe, una galleria d’arte nei Paesi Bassi, con l'effetto di una pubblicità davvero speciale. 

lunedì 17 gennaio 2011

The end

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Titoli di coda

Premesso che credo che sia uno spot molto carino e che dimostra che chi sa fare il pubblicitario può pubblicizzare in modo eccellente qualsiasi tipo di prodotto. Meravigliosi i nomi per la badante del prozio Irina Ruskova e Consuelo Almeida Perez per la colf. Da appurare come mai il ragazzo della pizza e del sushi si fermino a fare pipì durante le consegne... per non parlare poi del turista smarrito. Questo bagno è più trafficato di quello di Paolo.

venerdì 14 gennaio 2011

Ecco, hai fatto una bella frittata!

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Non si può fare un omelette senza rompere qualche uovo



L'agenzia Wieden & Kennedy di Londra firma uno spot per il burro Lupark davvero teatrale. Bella l' idea di rendere spettacolo la cena creativa. Sapete quando ci si ritrova davanti all'eco che risuona nel frigo con la povera lampadina interna che si chiede dove siano finiti tutti e la disperata ricerca di improvvisare una cena arrangiata? Di solito il tentativo è reso tanto più difficile dal fatto che i 5 ingredienti  a disposizione (di cui uno è un limone con buone probabilità già aperto) spesso fanno anche a botte l'uno con l'altro. Le soluzioni a quel punto sono tre ci si può improvvisare Heinz Beck e tentare di mangiare il possibile sperimentando mix e accostamenti improbabili tipo bresaola su un letto di yogurt alla fragola, uscire a procacciare del cibo take away o ci si arrangia con una frittata. Infatti quelli di Wieden & Kennedy hanno puntato sull'omelette artistica con musica e fotografia perfette, così come la voce fuori campo. Peccato solo che somigli tanto all' intro del telefilm Dexter.



giovedì 13 gennaio 2011

La vita è una mer...

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La proprietà transitiva dell'uguaglianza


Non sono mai stata particolarmente ferrata in matematica anche se a volte mi sono persa in ragionamenti su regole matematiche applicate alla vita. Come la storia dei numeri primi, no? Giordano ci ha fatto una fortuna con quella storia lì, io ad esempio ho comprato il libro solo per il titolo "La solitudine dei numeri primi". Che poi il fatto che soffrano di solitudine i numeri primi a me non è mai sembrata convincente, sono così tanti. Altra questione che mi ha sempre incastrato i pensieri è quella del mistero delle rette parallele: per alcuni non si incontrano mai, per altri invece si incontrano all'infinito. Alla fine non ho capito ma ho deciso di credere che si incontreranno all'infinito quando non gliene fregherà più niente e come dice Guzzanti incontrandosi non si saluteranno. Una teoria invece chiarissima è quella che se A è uguale a B e B è uguale a C, C sarà necessariamente uguale ad A. Dicesi proprietà transitiva dell'uguaglianza e si impara in terza elementare, ma evidentemente è sfuggita ai poeti che hanno pensato al nuovo spot Vicks Sinex Aloe. Lo spot infatti si conclude con il pay off "Respira la vita" dopo la smorfia di disgusto paterna all'odore di pannolone appena riempito del bimbo. Ora se la storia dell'uguaglianza è vera il messaggio è chiaro: la vita è una merda. I moderni Süskind hanno pensato che quando uno è raffreddato più del non sentire l'odore di crostata appena sfornata o il profumo della proprio amata un pover uomo non veda l'ora di stapparsi il naso per inebriarsi degli effluvi del pannolone del figlio. Cosaaaaaa? Se lo scopo è quello evviva il raffreddore. C'è da dire però che si scusano in anticipo. Ma anche no, che facciamo come quelli che chiedono permesso e poi ti danno una gomitata per passare? Perché poi la passano ad ore pasti dove è meno probabile che le persone li possano scusare? Io non li scuso per una pubblicità così tristemente merdosa.

mercoledì 12 gennaio 2011

Alfonso Luigi Marra colpisce ancora

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E' davvero bellissimo

Dopo lo spot con la Arcuri e quello con la figlia Caterina (unica tra i vari personaggi ad avere la scusante familiare allo scempio) ci si poteva aspettare qualcosa di più? Sì, Marra è un uomo dalle mille sorprese e sfodera un altro spot, peggiore. Confermando che il trash è una delle poche cose in grado di stupire e che al momento in Italia è l'uomo che fa i migliori virali. Questa volta è il turno di Lele Mora per promuovere il libro leggendo sul gobbo frasi sconnesse e con il dito puntato verso l'inerme telespettatore. Comincia con una frase che sembra una presa di coscienza "tutto ciò che riguarda Marra è sempre la cosa più brutta del reame" poi però lo spirito critico subito muore e ci ricasca anche lui con "è il libro più straordinario che ho mai letto". Escludo che abbia letto molti libri di grammatica e forse l'altro che ha letto è la biografia di Costantino e quindi posso anche crederci, altrimenti vorrà dire che straordinario è stato preso con il significato più letterario del termine "fuori dall'ordinario". Poi il martire/principessa Mora ci informa di aver preso solo un euro pur di "rompere il silenzio assordante di quelli che potrebbero parlare ma credo temano inattesi cambiamenti". Lo strategismo sentimentale può provocare inattesi cambiamenti? Perché non restare nell'assordante silenzio? Con tanti sms solidali che ci sono è stata un'occasione persa per quell'euro. Ma la chiusa è la vera chicca stavolta il libro non è solo bellissimo è DAVVERO bellissimo. Certo che da Mora e la Arcuri non mi farei consigliare mai un libro, ma i testi degli spot cominciano a farmi venire la curiosità di quanto materiale ci potrebbe essere tra quelle pagine. Ecco lo sapevo... finirò per comprarlo.



martedì 11 gennaio 2011

Non smetterò di voler fare questo mestiere

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Smetterò di voler fare questo mestiere


Al momento i due titoli rappresentano la mia condizione di aspirante pubblicitaria, quello che vince è che continuerò perché non ci sono solo strategismi sentimentali, cameriere sexy con la fissa della pittura e "sofà beato chi se li fa". Ad esempio The Chase Film, spot creato per la Intel per pubblicizzare i nuovi processori Core è un buon motivo per credere che nell'adv qualcosa di buono sia rimasto. Forse. La storia è semplice una ragazza scappa da due loschi individui per proteggere un pacco. Può essere una ragione valida per continuare a sperare uno spot con una storia così? Cosa ci può essere di tanto spettacolare? Guardatelo! 

mercoledì 5 gennaio 2011

Nel sogno sei autore e non sai come finirà

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Vorrei rubare i sogni a te felici e metterteli dentro la testa 

La ragazza che non sapeva sognare guarda il corpo steso accanto al proprio con un un sorriso di sospetto e curiosità. I respiri sono armonici mentre allunga lentamente un braccio a sciogliersi dall’intreccio d’amore, sollevando piano il busto avvicina il viso a quello di lui. Tanto vicini quanto distanti, lo scruta con l’insistenza del dubbio e del desiderio, con l’intensità che quasi lo potrebbe svegliare e riportare a sè. Le palpebre appena appoggiate tra loro a proteggere il sogno, piccoli palpiti, una leggera improvvisa contrazione del labbro. Si scosta, spaventata dall’idea di aver turbato il compiersi del miracolo. Ma lui dorme ancora, e dietro le ciglia incurvate contro se stesse scorrono immagini ignote, ricreate nella lontananza dall’inventario del possibile. Una mano che si sposta, a cercare ancora inesausta la pelle chiara, ma la ragazza che non sapeva sognare si scosta, stizzita. Da quel segreto mai infranto e mai compreso, da quel luogo falsato in cui lui è fuggito, e sottrae il fianco all’affettuoso affondo, lei tutta di carne non fatta per carezze spinte dal desiderio acceso di ricordo. E con un sibilo di rabbia succhia l’aria dalla bocca di lui, e con gli occhi bagnati implora a mente "insegnami a sognare" e lui nel suo sonno popolato di vite altre e continue parole si strappa dall’abisso, all’urlo represso di lei. E spalanca gli occhi, e lei cade in quel verde che nella notte è tanto più prezioso, e lui la stringe perché non si faccia male, e mescolando le lacrime con il verde, la ragazza inventa un sogno. Inventa un sogno bellissimo, ci entra e non torna più.

martedì 4 gennaio 2011

Dad is leaving

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
"Prendila così, non possiamo farne un dramma"


"If there is no Jacobs it's not worth stickin' around" questa è la campagna stampa di JWT di Tel-Aviv per il caffè solubile Jacobs. Ha suscitato parecchie polemiche per la tragicità della scena. La storia è semplice: un papà inamidato con una valigia malamente photoshoppata lascia la tenera pupetta dolce e la casa dai parquet stranamente riflettenti perché non comprano il caffè giusto. Una specie di incubo per bambini fatto ad hoc. Altro che il panda a cui non puoi dire di no, questa volta si va al supermercato direttamente con la paura dell'abbandono. A voler pensare bene è solo una delle scuse peggiori del secolo. Dopo "non sei tu sono io" e "ti lascio perché ti amo troppo" o quella più amata dai narcisisti "devo imparare a pensare più a me stesso" c'è anche che uno possa sbagliare la marca di caffè. Buono a sapersi. Magari è  più credibile delle colazioni sorridenti all'alba dei mulini bianchi. C'è da pensare che per una scelta simile con tanto di lacrime magari il povero padre potesse essere almeno allergico a tutti gli altri tipi di caffè solubili del regno o forse è una mezza confessione per avvalorare i sospetti della mamma sulla barista o peggio lei non gli comprava il caffè perché nella passata carriera di modello di lui c'era l'ombra di una forte amicizia con  Marc Jacobs che lei ancora non era riuscita ad accettare del tutto (no questa è decisamente un' altra storia). Certo che alla fine è tutto molto disbanded... anche se in fondo c'è del vero: sono sempre le piccole cose a fare le grandi differenze.

lunedì 27 dicembre 2010

Open your world

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Siamo sopravvissuti al Natale, next stop Capodanno

Tradizionalmente dopo averne cominciato a parlare già da agosto ancora non so che cosa ne sarà di me a Capodanno e con molte probabilità non lo saprò fino al 31 pomeriggio, con la sola certezza che nei migliori cinema  andrà in onda la ricerca del vestito perfetto il 31 stesso. Quindi non vi posso dare consigli su come passarlo o come sopravvivere, personalmente ho cominciato a festeggiare la fine dell'anno vecchio più che l'arrivo di quello nuovo già da un po', ma ovunque decidiate di andare a festeggiare vi suggerisco di ispirarvi al nuovo spot globale Heineken "the entrance" e applicarvi in un ingresso del genere...


Anzi più il posto sarà triste o la festa noiosa più sarà indicato stupire! A vostra parziale discolpa potete sempre dire che i Maya ci suggeriscono di sparare le ultime cartucce restanti prima del 2012.

giovedì 23 dicembre 2010

Non ci sono più i termometri di una volta


Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Perché la mamma è sempre la mamma...

Di solito quando sento di avere  la febbre vado da mia madre (le madri sanno tutto e hanno tutto, sempre) (e se non lo sanno/hanno significa che è qualcosa che non è necessario alla nostra sopravvivenza) a chiedere il suo responso scientifico, testato da anni di esperienza nel campo medico sanitario. Accuratissimo senza un motivo apparente. L'ultima volta invece mia madre mi invita ad optare per metodi più scientifici e dopo avermi fatto una diagnosi differenziale con un solo sguardo mi mette in mano una roba tristissima. 

- Non c'è un termometro normale?
-Eh, mi fa lei...questo c’è. Ti dovrai adeguare presto, mica posso prendere il treno per sentire se scotti.
- (Lei sa già quanto ho, sono sicura) Ma quello vecchio? 
-Quello vecchio si è rotto nel tentativo di tuo fratello di farlo salire di temperatura sul fornello. Ti ricordi?
(Breve flashback sulle fiamme in cucina) segue 
(Breve espressione di severa disapprovazione verso le assurde modalità del gesto)
-E perché hai preso questo?
-Ora ci sono solo questi.

Ma come ora ci sono solo questi? Ma come fai a fidarti di una roba del genere? Dov’è l’anima? Dove son le tacchette? Dov’è il trentasette in rosso, che più che una temperatura pareva il traguardo per vincere dai tre ai cinque giorni a casa da scuola (sempre da lunedì a venerdì, sabato bonus anche se ormai stavi bene)? Il mercurio che saliva, e tu che sbirciavi con il collo piegato per inquadrarti l’ascella e pensavi daidaidaidaidaidaidai? I due colpi secchi che tirava tua madre prima di misurartela, che da 42 lo portava a 12 manco avesse avuto una palla da demolizioni nel polso? Niente adesso schiacci un bottone, aspetti, fa bip bip e ti dice anche con la vocetta registrata da segretaria stitica di notaio molto anziano la temperatura, e secondo me te la dice anche di qualche decimo di grado in meno, che è chiaro che una roba del genere non vuole darti una mano. Ha proprio la forma stronza, non c’è niente da dire.

Invece gli altri bastava agitarli dalla parte opposta e la temperatura saliva di quei decimi sufficienti a regalarti almeno una mattinata intera di telefilm di italia uno invece di due ore di aritmetica e una di educazione civica e Mac Gyver come scuola di vita le disequazioni le batte otto a zero fuori casa, non scherziamo. Davvero credete che nell’eventualità di rimaner chiusi in una cassaforte sott’acqua con solo una graffetta, una suora, un pappagallo e un rotolo di scotch a disposizione sia più utile sapere che  quando si cambia segno ai termini bisogna anche cambiare il maggiore in minore? Che manco so cosa ho detto, o se è vero (credo di no). Perché? Perché sapevo il trucco dell’agitamento dalla parte opposta. Potete biasimarmi, ma la vedremo quando mi capiterà quella roba della cassaforte.

Così presa consapevolezza del cambiamento ho messo in valigia il termometro asettico, bianchiccio e brutto. Mi abituerò del resto troppe cose sono cambiate non c'è neanche la scuola da saltare e Mac Gyver chissà se lo fanno più la mattina. Giusto i Take That ci sono ancora, ma quello è solo perché gli sono finiti i soldi... altro che reunion. Evitiamo facili sentimentalismi. Forse solo io sono rimasta la stessa. 
In preda a questo delirio nostalgico mi metto il termometro bip bip...38. Un minuto dopo mamma chiama al telefono: 
-"Mà" 
-"Hai la voce da febbre, stai male?" 
Anche a distanza una mamma batte la scienza.