giovedì 23 dicembre 2010

Non ci sono più i termometri di una volta


Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Perché la mamma è sempre la mamma...

Di solito quando sento di avere  la febbre vado da mia madre (le madri sanno tutto e hanno tutto, sempre) (e se non lo sanno/hanno significa che è qualcosa che non è necessario alla nostra sopravvivenza) a chiedere il suo responso scientifico, testato da anni di esperienza nel campo medico sanitario. Accuratissimo senza un motivo apparente. L'ultima volta invece mia madre mi invita ad optare per metodi più scientifici e dopo avermi fatto una diagnosi differenziale con un solo sguardo mi mette in mano una roba tristissima. 

- Non c'è un termometro normale?
-Eh, mi fa lei...questo c’è. Ti dovrai adeguare presto, mica posso prendere il treno per sentire se scotti.
- (Lei sa già quanto ho, sono sicura) Ma quello vecchio? 
-Quello vecchio si è rotto nel tentativo di tuo fratello di farlo salire di temperatura sul fornello. Ti ricordi?
(Breve flashback sulle fiamme in cucina) segue 
(Breve espressione di severa disapprovazione verso le assurde modalità del gesto)
-E perché hai preso questo?
-Ora ci sono solo questi.

Ma come ora ci sono solo questi? Ma come fai a fidarti di una roba del genere? Dov’è l’anima? Dove son le tacchette? Dov’è il trentasette in rosso, che più che una temperatura pareva il traguardo per vincere dai tre ai cinque giorni a casa da scuola (sempre da lunedì a venerdì, sabato bonus anche se ormai stavi bene)? Il mercurio che saliva, e tu che sbirciavi con il collo piegato per inquadrarti l’ascella e pensavi daidaidaidaidaidaidai? I due colpi secchi che tirava tua madre prima di misurartela, che da 42 lo portava a 12 manco avesse avuto una palla da demolizioni nel polso? Niente adesso schiacci un bottone, aspetti, fa bip bip e ti dice anche con la vocetta registrata da segretaria stitica di notaio molto anziano la temperatura, e secondo me te la dice anche di qualche decimo di grado in meno, che è chiaro che una roba del genere non vuole darti una mano. Ha proprio la forma stronza, non c’è niente da dire.

Invece gli altri bastava agitarli dalla parte opposta e la temperatura saliva di quei decimi sufficienti a regalarti almeno una mattinata intera di telefilm di italia uno invece di due ore di aritmetica e una di educazione civica e Mac Gyver come scuola di vita le disequazioni le batte otto a zero fuori casa, non scherziamo. Davvero credete che nell’eventualità di rimaner chiusi in una cassaforte sott’acqua con solo una graffetta, una suora, un pappagallo e un rotolo di scotch a disposizione sia più utile sapere che  quando si cambia segno ai termini bisogna anche cambiare il maggiore in minore? Che manco so cosa ho detto, o se è vero (credo di no). Perché? Perché sapevo il trucco dell’agitamento dalla parte opposta. Potete biasimarmi, ma la vedremo quando mi capiterà quella roba della cassaforte.

Così presa consapevolezza del cambiamento ho messo in valigia il termometro asettico, bianchiccio e brutto. Mi abituerò del resto troppe cose sono cambiate non c'è neanche la scuola da saltare e Mac Gyver chissà se lo fanno più la mattina. Giusto i Take That ci sono ancora, ma quello è solo perché gli sono finiti i soldi... altro che reunion. Evitiamo facili sentimentalismi. Forse solo io sono rimasta la stessa. 
In preda a questo delirio nostalgico mi metto il termometro bip bip...38. Un minuto dopo mamma chiama al telefono: 
-"Mà" 
-"Hai la voce da febbre, stai male?" 
Anche a distanza una mamma batte la scienza.