lunedì 25 marzo 2013

Sparate sul copy.

Titolo alternativo per il cliente esigente che AVREBBE VOLUTO poter scegliere:
Scopri di più.

Cerco lavoro da un po'. Per quanto una persona si possa applicare sembra che di copy al momento, un momento piuttosto lungo, non ci sia bisogno. Le agenzie si spostano sempre di più verso una maggioranza di art/grafici/sviluppatori/account sottovalutando il bisogno di qualcuno che scriva: un po’ come a dire uno “scopri di più” su una bella immagine non riusciamo a metterlo da soli? È vero, si può fare certamente e facciamo pure finta che funzioni così, se ne abbiamo voglia. Ipotizziamo che la coppia creativa funzioni a compartimenti stagni, che non ci sia scambio alcuno e che sia un “io ci metto questo disegnino qui e poi tu mi dici che ci scriviamo”. Se a pensare questo fosse mia madre ci resterei un po’ male perché vorrebbe dire non averle spiegato bene come funziona il meccanismo, ma se a pensarla così è gente che lavora da dieci anni in agenzia la situazione diventa grave e penosa. “I clienti pagano poco”, “abbiamo vinto una gara e licenziato persone” “facciamo le notti, i weekend... ma non possiamo prendere persone al massimo dei freelance” è la litania che ci sente dire ai colloqui. Perché allora non dare la possibilità a chi non lavora di entrare in gare? Entra il cliente entriamo noi, troppo semplice? Troppo onesto? 
Non chiedete nemmeno più dove uno vorrebbe essere tra 5 anni. Giusto. Chi lo sa se questo gioco funzionerà ancora? A forza di manomettere le cose per svendersi quanto ci vorrà prima che le aziende decidano che un grafico interno costerebbe di meno di un’agenzia? Tanto si sentono tutti direttori creativi.
Ma allora questo teatrino della comunicazione finirà con qualche App e tante belle figure? Una tristezza a valanga in un Paese in cui la professionalità è confusa: dove l’idraulico fa il becchino, l’art fa il copy e i comici fanno politica. In un quadro generale in questa condizione, in fondo che i community manager scrivano a senza h effettivamente non è che il male minore.
Non resta che l’ultimo sforzo creativo nel credere che qualcosa possa cambiare. Del resto crediamo per anni al principe azzurro, al topino dei denti, alle creme anti cellulite non sarà troppo fingere anche di avere un futuro e una pensione, prima o mai.