lunedì 27 dicembre 2010

Open your world

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Siamo sopravvissuti al Natale, next stop Capodanno

Tradizionalmente dopo averne cominciato a parlare già da agosto ancora non so che cosa ne sarà di me a Capodanno e con molte probabilità non lo saprò fino al 31 pomeriggio, con la sola certezza che nei migliori cinema  andrà in onda la ricerca del vestito perfetto il 31 stesso. Quindi non vi posso dare consigli su come passarlo o come sopravvivere, personalmente ho cominciato a festeggiare la fine dell'anno vecchio più che l'arrivo di quello nuovo già da un po', ma ovunque decidiate di andare a festeggiare vi suggerisco di ispirarvi al nuovo spot globale Heineken "the entrance" e applicarvi in un ingresso del genere...


Anzi più il posto sarà triste o la festa noiosa più sarà indicato stupire! A vostra parziale discolpa potete sempre dire che i Maya ci suggeriscono di sparare le ultime cartucce restanti prima del 2012.

giovedì 23 dicembre 2010

Non ci sono più i termometri di una volta


Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Perché la mamma è sempre la mamma...

Di solito quando sento di avere  la febbre vado da mia madre (le madri sanno tutto e hanno tutto, sempre) (e se non lo sanno/hanno significa che è qualcosa che non è necessario alla nostra sopravvivenza) a chiedere il suo responso scientifico, testato da anni di esperienza nel campo medico sanitario. Accuratissimo senza un motivo apparente. L'ultima volta invece mia madre mi invita ad optare per metodi più scientifici e dopo avermi fatto una diagnosi differenziale con un solo sguardo mi mette in mano una roba tristissima. 

- Non c'è un termometro normale?
-Eh, mi fa lei...questo c’è. Ti dovrai adeguare presto, mica posso prendere il treno per sentire se scotti.
- (Lei sa già quanto ho, sono sicura) Ma quello vecchio? 
-Quello vecchio si è rotto nel tentativo di tuo fratello di farlo salire di temperatura sul fornello. Ti ricordi?
(Breve flashback sulle fiamme in cucina) segue 
(Breve espressione di severa disapprovazione verso le assurde modalità del gesto)
-E perché hai preso questo?
-Ora ci sono solo questi.

Ma come ora ci sono solo questi? Ma come fai a fidarti di una roba del genere? Dov’è l’anima? Dove son le tacchette? Dov’è il trentasette in rosso, che più che una temperatura pareva il traguardo per vincere dai tre ai cinque giorni a casa da scuola (sempre da lunedì a venerdì, sabato bonus anche se ormai stavi bene)? Il mercurio che saliva, e tu che sbirciavi con il collo piegato per inquadrarti l’ascella e pensavi daidaidaidaidaidaidai? I due colpi secchi che tirava tua madre prima di misurartela, che da 42 lo portava a 12 manco avesse avuto una palla da demolizioni nel polso? Niente adesso schiacci un bottone, aspetti, fa bip bip e ti dice anche con la vocetta registrata da segretaria stitica di notaio molto anziano la temperatura, e secondo me te la dice anche di qualche decimo di grado in meno, che è chiaro che una roba del genere non vuole darti una mano. Ha proprio la forma stronza, non c’è niente da dire.

Invece gli altri bastava agitarli dalla parte opposta e la temperatura saliva di quei decimi sufficienti a regalarti almeno una mattinata intera di telefilm di italia uno invece di due ore di aritmetica e una di educazione civica e Mac Gyver come scuola di vita le disequazioni le batte otto a zero fuori casa, non scherziamo. Davvero credete che nell’eventualità di rimaner chiusi in una cassaforte sott’acqua con solo una graffetta, una suora, un pappagallo e un rotolo di scotch a disposizione sia più utile sapere che  quando si cambia segno ai termini bisogna anche cambiare il maggiore in minore? Che manco so cosa ho detto, o se è vero (credo di no). Perché? Perché sapevo il trucco dell’agitamento dalla parte opposta. Potete biasimarmi, ma la vedremo quando mi capiterà quella roba della cassaforte.

Così presa consapevolezza del cambiamento ho messo in valigia il termometro asettico, bianchiccio e brutto. Mi abituerò del resto troppe cose sono cambiate non c'è neanche la scuola da saltare e Mac Gyver chissà se lo fanno più la mattina. Giusto i Take That ci sono ancora, ma quello è solo perché gli sono finiti i soldi... altro che reunion. Evitiamo facili sentimentalismi. Forse solo io sono rimasta la stessa. 
In preda a questo delirio nostalgico mi metto il termometro bip bip...38. Un minuto dopo mamma chiama al telefono: 
-"Mà" 
-"Hai la voce da febbre, stai male?" 
Anche a distanza una mamma batte la scienza.

domenica 19 dicembre 2010

Meglio finti cinici che falsi moralisti

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Le donne non comandano il mondo solo perché toglierebbe loro il tempo per fare shopping


In un paese dove non ci si dovrebbe scandalizzare più per nulla, in cui abbiamo dovuto aspettare che il compimento della maggiore età risolvesse i pixel di una foto di uno scandalo Bunga-Bunga si riesce ancora a scandalizzarsi. Il che sarebbe quasi rincuorante se non fosse sempre per i motivi sbagliati. Il nuovo spot di Publicis Roma per la nuovo Twingo Miss Sixty ha creato molto rumore e si è gridato da subito allo scandalo e alla censura. Mandato in onda in un primo momento per intero dopo la richiesta di Rai e Mediaset sono state tagliate alcune scene per rendere il messaggio più soft e non sconvolgere le sensibilità italiche. Lo spot è semplicemente ironico l'unica pecca a volerla trovare è la macchina. Un'auto rosa adatta solo a Barbie pacchiana. Due ragazze sono ad una festa, la mora con una maglia rosa intenta in una noiosa conversazione con un uomo su un divanetto, l'altra biondastra in piedi nella sala con una camicia nera, si cominciano a scambiare sguardi e ammiccamenti e si ritrovano presto in una camera da letto. La mora si toglie la maglietta e la biondastra con la grazia di lottatore di sumo salta sul letto, benda la mora con un paio di calze nere e le ruba la maglietta perfettamente pendant con la macchina con la quale è arrivata e andrà via. Il tutto si chiude con "la competizione è femmina". E' un gioco e si capisce molto bene, se non altro dal salto sul letto. Da questa storia associazioni lesbo, gay & co. scesi dai carri con i boa colorati e bacchettoni vari hanno scatenato un putiferio. Le accuse a carico dello spot sono aver mortificato il ruolo dell'omosessualità, i contenuti troppo espliciti, il ruolo della donna mercificato. Da quando questo è un problema? 
A questo punto potevano incazzarsi anche le associazioni di categoria degli uomini noiosi che attaccano bottone alle feste. A me invece è sembrato un bel gesto di apertura ammesso che ci sia qualcosa di vagamente lesbo nello spot tanto più che dopo il taglio delle scene di pseudo seduzione è rimasta anche solo l'ombra dell'ironia della storia. Più che altro mandandola tagliata, si vede un tipa legata e un'altra che invece di aiutarla le fotte le chiavi dell'auto. Che con la chiusura la competizione è donna lancia proprio un bel messaggio non c'è che dire. Invece era così innovativa l'idea che due donne si possano accapigliare invece che per un uomo per una maglietta, io ci vedevo uno spiraglio di emancipazione dai soliti cliché. 
In Francia è uscito sempre per Renault Twingo questo spot "a proprio agio nel proprio tempo, a proprio agio nella propria Twingo" che possiamo scommettere non passerà mai i severi giudizi nostrani. Siamo un paese a cui piace scandalizzarsi ma in cui le puttane le chiamiamo escort che fa più fine e sembra tutto meno squallido. Come se chiamare le cose con nomi diversi ne cambi la sostanza. L'unica forma residua di pudore rimasta è nell'uso delle parole e purtroppo non nei fatti. Sarebbe preferibile predicare male e razzolare bene... meglio finti cinici che falsi moralisti.

venerdì 17 dicembre 2010

Amo le feste e odio il Natale

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Da un punto di vista commerciale, se il Natale non esistesse bisognerebbe inventarlo

Arriva il Natale e come ogni anno giornali e tv si sprecano nei soliti servizi, i soliti sondaggi, i soliti consigli. Idee regalo e giù pagine di cagate a tutti i prezzi possibili, sforzi inutili perché tanto poi tutti gli anni capita il parente che ti regala i soldi e quello che ti regala il pigiama. Non si sa chi dei due ci abbia pensato meno. Non è che conta il pensiero, lasciamo perdere questa ipocrisia. Se apro un regalo e chi me l'ha comprato per vincoli sentimentali o parentali dimostra in un oggetto quanto non abbia capito un cavolo di me... tanto meglio che non si sprechi a comprarmi nulla. Si fa prima e si evita l'effetto sorpresa/ delusione e il falso sorriso di gratitudine. Per fare un esempio nella mia vita ho collezionato 24 pigiami scozzesi. Neanche fossi stata sempre sul punto di essere ricoverata. L'altro regalo tipico di natale è il profumo. Il profumo è solitamente una cosa da zia, e se vuole risparmiare è Gocce di Napoleon (mai sentito nulla di più osceno) che ha un odore che quando apri il pacchetto già ti penti di averlo fatto e anche quando ringrazi fintamente l'espressione nauseata risulta poco credibile. Seguono a ruota i libri e i completini intimi. Il libro è la traduzione di voglio spendere poco non mi va di pensarci. Il completino intimo è di solito l'idea furba del fidanzato/ trombamico/ pseudo ragazzo (...) che pensa di fare un regalo anche a sè stesso. Genio. Peccato che poi sbaglino di solito clamorosamente taglia e colore. Ho amiche da pizzo nero a cui sono stati regalati completi con i coniglietti rosa e viceserva. (Se volete provare comunque il brivido vi invito a vedere gli slip intimissimi da uomo. Offrono spunti interessanti e ho come sogno nel cassetto conoscere chi li disegna chi li pensa e soprattutto chi li approva).

Ma la cosa più odiosa di questo loop sempre uguale anno dopo anno più dei servizi sul freddo, la neve, i sondaggi pandoro-panettone, le mete ideali, i regali e film natalizi sono i consigli su cosa mangiare per le feste e poi quelli per dimagrire dopo le feste. Insieme. E sono insieme anche sui giornali o uno dopo l'altro nello stesso tg. Ma allora siamo scemi? A pagina 5 mi parli di burro e a pagina 25 mi consigli di correre la mattina alle 8 per un'oretta prima di andare al lavoro? L'unico modo per smaltire i kg presi durante le feste è ingrassare un po' già da prima. Tanto poi gennaio è il mese dei buoni propositi. In cui ci si iscrive in palestra e si corre tutti i giorni. Anche se per me  l'unico modo per correre sarebbe una motivazione forte, come quella di questo spot. 

giovedì 16 dicembre 2010

Assassini nati

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Se non uccide, fortifica





sabato 11 dicembre 2010

Lo strategismo sentimentale

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
E' bbbellissimo




Manuela Arcuri presenta "Il labirinto femminile" un libro di Alfonso luigi Marra. E già ci sono tutte le premesse per un successo. Il promo rasenta dei picchi trash che in confronto Wilma De Angelis che canta Lady Gaga è uno spettacolo decoroso. La Arcuri dopo aver prestato la scorsa estate il volto per l'Ama (società che si occupa dei rifiuti urbani di Roma) vestita da operatrice ecologica (così) deve aver accettato questa interpretazione senza esitazioni. Spero che presto qualcuno ci liberi dal fenomeno Arcuri e come hanno deciso che Belen non fa vendere negli spot qualcuno un giorno ci illumini sul fatto che Manuela non sa effettivamente recitare. Magari potrebbe uscire su Wikileaks dove per l'Italia saltano fuori solo cose che già si sanno. La capacità interpretativa in 30 secondi in cui non si spoglia risulta anche più palese che nei vari Orgoglio e Rispetto, Forza e Onore, Dignità e Disdetta... 
Si comincia con lei che con lo sguardo catatonico fissa il vuoto in attesa di un sms che evidentemente sente che le sta per arrivare, grazie a poteri a metà tra quelli di Rosemary Altea o di un Blackberry. Poi comincia a parlare con una dizione imperfetta, doppie che si moltiplicano all'infinito e con un testo pregnante. Se come è stato ipotizzato per la Roberts è stata imposta l'attrice per il video, chi ha scelto le parole ne era a conoscenza? E la Arcuri avrà capito una mezza parola di quello che ha detto? Mi sembra che dopo strategismo lo sguardo vacilli un attimo nella ricerca di un modo per non impappinarsi. E perché sembra diretto da Dario Argento con quella musica di sottofondo? Ho sperato fino all'ultimo che qualcuno incappucciato con una motosega entrasse in scena a fermare lo scempio uccidendola. Ma poi chi si farebbe consigliare un libro dalla Arcuri? Secondo me si sono ispirati a Vulvia o almeno l'effetto finale è molto vicino. Però cavolo anche io voglio essere liberata dallo strategismo sentimentale che mi tormenta e rallenta la civiltà! Qualunque cosa significhi questa frase.

domenica 5 dicembre 2010

A modo loro

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
Tanto da Armando Testa non mi hanno mai risposto.

A me i testimonial sembrano sempre il modo più semplice di risolvere la questione creativa. Quando non c'è niente da dire e la marca non comunica intrinsecamente o ha un posizionamento poco deciso si piazza lì il testimonial e si tenta di far passare il tutto. Di solito non mi piacciono a prescindere, tra i peggiori di cui ho memoria spiccano la Kostner con la nonna che la fomentava a studiare ed allenarsi e Little Tony multiinfartuato per danacol con cuore matto di sottofondo. Il nuovo spot di AT per Lavazza ha addirittura la super testimonial internazionale, Julia Roberts nella parte di Venere ritratta da Botticelli. La Roberts ha tanti denti, una parrucca troppo folta e sorride ininterrottamente. Non dice una parola. Certo che sorride altro che per la bontà caffè, la special guest è stata pagata 1 milione e 200,000 euro. Per lei una passeggiata in paradiso davvero. Lo spot ha un atmosfera paradisiaca ostentata, lei è sfocata quasi quanto la D'Urso o Paola Ferrari riprese dalle telecamera con effetto speciale antirughe, la musica ha un arrangiamento stonato e le battute sono tristi. Prima si punta sul luogo comune con una spolverata di stereotipi "Sappiamo fare bene l'amore, ridere e il caffè" e la pizza e il bel canto? Per la serie non ci sono più le mezze stagioni...signora mia! Poi si passa al doppio senso infelice da cinepanettone che non fa neanche sorridere. Tutto questo con l'intento di veicolare il messaggio dell'eccellenza italiana per il caffè riconosciuta nel mondo. Ipotesi suggestiva se non si considera che gli americani non sono proprio gli intenditori del genere e che vivono di starbucks pannosi o acquosi caffè solubili. What else? Dovendo scegliere io preferirei bermi un caffè con Clooney. Qui lo Spot Lavazza Roberts

giovedì 2 dicembre 2010

A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai

Titolo alternativo per il cliente esigente che vuole poter scegliere:
A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai?

Ho voglia di Natale: luci, colori, regali, fiocchi, pacchetti, magie, l'albero, Babbo Natale, la vigilia, i mercatini, il cenone, lo shopping per i regali, le tombole, le musichette natalizie, i parenti, la gioia che invade il cuore.
No, non è vero. Io non sopporto il Natale se non fossi già me stessa e Donna Draper sarei anche il Grinch. Ma sarebbe troppo da gestire. Sono una persona orribile alla quale non piace fare i regali perché li deve fare, odio le catene di sms inoltrati tutti uguali all'intera rubrica, il freddo, la neve, comprare cose inutili che poi diventano regali riciclati, le letterine a Babbo Natale, le luci per le strade in città che fanno tanto sagra di paese, i film natalizi che si sentono in diritto di propinarci anche se sono del 1518 in tv, i cinepanettoni, i fidanzatini per il centro, e tutti quelli che fortunati se ne vanno in un posto caldo. Ma soprattutto non sopporto quest'idea che si è tutti più buoni e felici a Natale. E poi fare quello che non si puo' fare mai? Ma dove? Ma quando? Ma anche no.

Una cosa che invece mi è sempre piaciuta del Natale è la gara delle luci dei quartieri residenziali americani. Con i vicini sulla scala che riempiono il tetto e fanno a chi ce l'ha più luminoso. Quello mi piacerebbe. E anche le puntate di Beatiful in cui c'è l'albero e loro sono in bikini mi hanno sempre affascinato. Ecco mi piacciono tutte cose infattibili come sempre. Non mi smentisco mai. 
Nuovo video della canzone dei Coldplay per Natale ovviamente in vetta su itunes, la canzone è sempre la stessa la sola differenza è che il povero Chris Martin mostra evidenti segni di stempiatura. 

mercoledì 1 dicembre 2010

Oggi sono io

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L'uomo che scambiò Donna Draper per una macchina

Non avrei mai pensato di dovermi trovare in difficoltà per un "come ti chiami?" almeno non prima dei 70 e una diagnosi di alzheimer. È una domanda semplice di quelle a cui sai rispondere fin da piccola, da quando neanche cammini, di quelle che non hanno mai creato problemi dai tempi in cui ci si poteva fidanzare segnando una X su un foglio, quando insomma la vita era più facile (e si potevano mangiare anche le fragole). Una domanda poi che ti permette di spacciarti poliglotta perché puoi rispondere in tutte le lingue! Suvvia chi non sa dire almeno "Je suis Catherine Deneuve"?

Da quando esiste Donna Draper invece questa domanda è un problema. Non sono Taddeucci, non sono la Siani, non sono Donald Draper o qualsiasi amico del settore e no, decisamente non sono una macchina. Che è il sospetto più carino e curioso che mi è arrivato. Ma poi anche se disgraziatamente fossi uno di loro (escludendo la macchina in quanto oggetto inanimato) cosa cambierebbe?

Di seguito una clip che sembra perfetta per il post, dal film "Closer" (e se non l'avete già visto fatelo perché ha dei dialoghi splendidi). 
p.s. Perfetta per ciò che si dicono non ho i capelli rosa e non faccio neanche la lapdance. Dopo esser stata presa per una macchina non vorrei dare adito ad altri equivoci.