martedì 16 novembre 2010

Spesso per portare il colpo vincente, bisogna indietreggiare

La frase del titolo è tratta da "million dollar baby",  Clint Eastwood parla del mondo della boxe come un mondo al contrario nel quale un colpo vincente deriva da qualche passo indietro per un maggiore slancio. Il mondo della pubblicità, guantoni esclusi, non è poi tanto diverso quindi questo post rappresenterà una breve pausa dal file rouge del blog. Un piccolo passo indietro. Non si può essere monotematici e poi i pubblicitari devono essere soprattutto dotati di una spasmodica curiosità e una propensione naturale alla versatilità. Quindi questo sarà un racconto breve sullo stile scrittrice di harmony, quella che si cela nel cuore di ogni donna e di molte giornaliste di studio aperto.





Allontanarsi un po’, per potersi poi di nuovo avvicinare.

Le tue gambe che si incastrano tra le mie, la testa si volta dall’altro lato. 
Sguardi fissi, immobili.Non vediamo, non guardiamo, non ci interessa nulla che sia al di fuori dei nostri occhi.

Mi aggrappo a te con tutto l’amore e tutta la disperazione di sapere che sei e non sei l’uomo della mia vita. Ma ora è la mia vita ad essere tua.
Toglimi i dubbi.

La tua mano sulla schiena, la pressione di ogni dito come un codice indecifrato.
 Sembra quasi che stiamo camminando. Ma tu guardi avanti, io indietro. Non camminiamo insieme, infatti. False metafore della vita a due. 
Tu vai, io sono appesa a te, ti seguo.
Mi sospingi, suggerisci, sempre in silenzio e io in silenzio obbedisco.
 Con tutta la sorpresa del primo incontro e tutta la disperazione dell’abbandono. 
Con tutto l’amore che negli anni siamo riusciti a chiudere in una musica che mi strazia.
Sei e non sei tu? E io? Ogni incontro è solo un abbraccio di corpi, e poi quello che resta è una cicatrice, o al peggio una piega sul vestito.
 Eppure devo avere in te una fiducia totale, mi lascio guidare, confortata solo dal tuo abbraccio, così non voglio sapere nulla. 
Tu prendi le tue decisioni, io voglio solo assecondarti. E le tue decisioni diventano anche un po’ le mie. Non perché le condivido, ma perché ho ancora il tuo profumo addosso, e già non ne so fare a meno.

Tu hai le tue decisioni da prendere, che poi diventano un po’ le nostre. Ma solo un po’: io ci ricamo sopra, ho belle gambe apposta. 
Tu scegli la strada, la direzione, se fermarsi o andare avanti. Io assecondo, abbellisco, taccio, approvo, e chiudo gli occhi.
Nel tuo gioco di pressioni e guance calde.
 Solo un accessorio. 
Non aver paura di farmi un po’ male, di forzarmi, di trattarmi come un oggetto.

Io, le mie gambe lunghe sui loro tacchi. E i capelli sciolti, come piace a te.

No. Non è maschilismo. 
E’ una lezione di tango.







Scherzavo o come diceva la cara Britney oops I did it again, lo spot è 'Last Tango In Compton' di DDB UK per Volkswagen, bello spettacolare nell'atmosfera dei teen films step up e save the last dance  e giuro che darei via un rene pur di ballare così (magari mi sarei giusto limitata sul trucco alla Moira Orfei/Tatangelo) ma la questione è: la macchina dov'è?3 secondi netti per la Volkswagen mi sembrano esageratamente pochi. E degli spot dove non c'è il prodotto mi fido sempre poco, fossi il cliente mi sentirei preso in giro. 


Potrebbe alla fine del ballo esserci qualsiasi cosa dai jeans allo shampo antiforfora fino ai cerotti Dr. Scholl's per le vesciche...

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